venerdì 17 gennaio 2014

Top six: i libri più significativi... per la Michi

Copiando spudoratamente la Sister (of Demons), mi accingo a narrarvi dei miei sei libri preferiti. Cercherò di trovare i libri che hanno cambiato o migliorato il mio modo di leggere la letteratura, o comunque quelle opere che hanno indirizzato il mio gusto o l'hanno affinato, sperando che non si tratti semplicemente di quelle che sono più in voga "ora" nel mio animo. A pensarci un po' su sono 60, non 6, ma ci provo, datemi fiducia!
Sulla lunghezza del post non posso garantire niente: sarà assai prolisso.

1. Harry Potter
Mi considero e vado fiera di essere una della generazione riportata alla lettura da Harry Potter. La pietra filosofale è stato il primo romanzo che ho letto davvero per puro piacere personale: ero dispersa nella campagna torinese, in un paesino tanto piccolo che un unico locale fa da bar, ristorante e albergo, con questo "maghetto" come unica compagnia. Ho trovato una storia profonda, significativa, divertente, interessante... non riuscivo a mettere giù il libro, dovevo vedere come andava avanti, come andava a finire! La conclusione mi ha spiazzato. 
Harry Potter è quasi costruito come un romanzo giallo, per certi versi, in cui seguiamo le "investigazioni" dal punto di vista di Harry, e poi scopriamo solo alla fine che ci siamo completamente sbagliati, e le nostre deduzioni ci hanno ingannato. 
Il protagonista ignora molte cose, sopratutto su se stesso, e in qualche modo deve risolvere l'enigma di ciò che è sempre stato per gli altri e non ha mai saputo di essere. Ma soprattutto, la sua natura e il suo status lo portano a diventare uno studente in una scuola di magia, e non una scuola di magia come le altre: un immenso castello in mezzo alla Scozia, pieno di altri studenti come lui naturalmente, dove lui è una celebrità; fino a pochi mesi prima viveva nel sottoscala ed era il più impopolare fra i ragazzini. Durante questo suo primo anno, nella scuola, si cela un grande segreto, potenzialmente pericolosissimo non solo per coloro che si trovano lì ma per tutto il mondo...
Non starei qui a disquisire o raccontarvi la trama: sono certa la conoscerete o la trovereste più facilmente su wikipedia. Per mio conto, Harry Potter mi ha insegnato che la lettura può essere godibile e interessante, che può stimolare la fantasia e può essere semplicemente davvero BELLA!



2. Coraline
Ho scoperto solo più tardi che Coraline ha avuto la fortuna di essere stato pubblicato proprio grazie all'ondata di successo di Harry Potter, che ha permesso a certa letteratura per ragazzi/giovani adulti di avere una chance di pubblicazioni per le case editrici. Ho conosciuto Coraline grazie al cinema: sono una immensa fan dello stop motion, e qualsiasi pellicola creata con quella tecnica è per me di immenso interesse. È stato anche il mio primo film nel nuovo 3D, ed è stato un viaggio emozionate. Coraline è un libro scritto in maniera molto semplice e intuitiva, senza manierismi o termini complessi, ed è il tipo di narrativa un po' alla "Narnia" che mi piace molto, perché da facoltà al lettore di usare la propria immaginazione. Neil Gaiman è diventato, grazie a questo suo romanzo e naturalmente agli altri che ho letto (Nessundove, Stardust e L'oceano in fondo al sentiero) uno dei miei autori preferiti, se non il preferito (per il momento). Coraline è una ragazzina che per esigenze dei suoi genitori si è dovuta trasferire in parte di una vecchia casa vittoriana divisa in appartamenti. Presto scoprirà che c'è un segreto custodito dietro una piccola porta e che dovrà lottare non solo per la sua vita ma anche per quella dei suoi genitori. Coraline rappresenta quel tipo di nuovo fantasy/ storie dell'orrore / avventure che ho sempre sognato e desiderato e che più mi piace. Un vero e proprio viaggio, un insieme di piccole grandi verità ed emozioni mozzafiato.


3. David Copperfield
Lo so, il drammone dickensiano sta un po' sullo stomaco alla gente. Ma anche qui, devo troppo al giovane David per non considerarlo uno tra i miei preferiti. David Copperfield del 2000, produzione un po' becera ma con grandi interpreti come Sally Field, Hugh Dancy e Paul Bettany, è stato di fatto il mio primo period drama come Dio comanda (a parte i drammoni con Depardieu, ovviamente). 
Quando ho finalmente scoperto la letteratura (grazie a Harry, vedere punto 1), mi sono lanciata nella lettura del drammone in questione, impallidendo quando la gente mi chiedeva "Copperfield il prestigiatore?". David Copperfield è il romanzo più autobiografico di Dickens e il suo "figlio prediletto" forse proprio per questo. Impossibile non affezionarsi a questo ragazzino, a cui capitano veramente disgrazie una dietro l'altra: orfano di padre prima ancora di nascere, una madre tanto amorevole quanto ingenua, spedito dal patrigno a lavorare, scappato per ritrovare la libertà, viene infine aiutato ed educato dalla zia Betsy (meravigliosa!) che non l'aveva voluto alla nascita perché delusa dal fatto che non fosse una femmina (aveva già avuto abbastanza problemi con gli uomini, benedetta donna!). Amori e intrighi attendono comunque il giovane David anche superata l'adolescenza, e la conclusione è da manuale forse ma molto molto azzeccata a mio parere. Un grande classico sicuramente da leggere!


4. Il fantasma di Canterville
Gioiellino della biblioteca di mio fratello più grande, Il fantasma di Canterville non è proprio un libro quanto un racconto breve, ma non ha affatto per questo meno dignità di un romanzo. Oscar Wilde è uno dei miei autori preferiti per quanto manierista, borioso, strafottente e a tratti persino pretenzioso. In questo racconto però si dipana una storia piena di amore, di amicizia, di altruismo e di quella "wit", arguzia e malizia tipicamente inglesi, che mi ha subito conquistata. La copertina, ditemi la verità, non è stupenda?
Il fantasma di Canterville infesta il castello da secoli, ma quando arrivano gli americani sembra aver perso la sua capacità di spaventare... nessuno si era mai preso la briga di sapere perché fosse ancora nel limbo e non fosse passato all'altra vita, almeno fino all'arrivo dei nuovi inquilini.
Quasi una favola, oserei dire, ma come tutte le favole, adatta a tutte le età.



5. Frankenstein
Ho sempre evitato questo libro, fino a un paio di anni fa: la versione cinematografica con Kenneth Branagh mi spaventò talmente che fui certa di non poter reggere una storia come questa senza farmi prendere dal terrore. L'idea che la scienza riesca a superare la divinità, che renda l'uomo capace di creare la vita, o di ripristinarla dopo la morte, è un tema che mi terrorizzava, che andava a toccare i meandri più profondi delle mie paure. Ci è voluto lo spettacolo di Danny Boyle al National Theatre di Londra, che ahimè ho potuto vedere soltanto nei cinema e non dal vivo (nonostante ci abbia provato: sold out a pochi avventori del teatro prima di me in fila). Frankenstein o il prometeo moderno è uno dei classici del terrore, o meglio uno dei precursori se non uno dei primi romanzi di fantascienza. Il giovane Victor Frankenstein scopre una maniera per dare vita a un corpo morto: messo di fronte alla sua creatura però la abbandona, troppo abominevole e troppo orrenda. Questo abbandono creerà un mostro tanto terrificante quanto umano e porterà a conseguenze devastanti.
 Nonostante lo stile sicuramente un po' difficile da leggere, troppo manierista, troppo settecentesco a tratti, spesso monocorde, dando a tutti i personaggi lo stesso stile, resta un pilastro della letteratura, uno di quei libri che è in grado di farti passare ore a cercare di discernere il punto di vista dell'autore, il tuo punto di vista e fino a che livello questi convergono. Ti mette di fronte ai tuoi ideali, alla tua percezione della realtà e del metafisico e mette in discussione chi sei e cosa pensi: non potrei dire di meglio di nessun libro.

6. I racconti ritrovati
Sono una fan di Tolkien, più che una appassionata di fantasy in senso stretto: pochi romanzi mi hanno preso quanto quelli di Tolkien (forse Narnia, ma è completamente diverso), e ogni volta che mi si metteva di fronte all'ennesima saga, non riuscivo ad andare oltre il primo libro. E ci ho provato, giuro, ma niente valeva il mio tempo (che forse non è preziosissimo, mi rendo conto) tanto quanto un buon librone di questo tipo. Perché non il Signore degli Anelli? Perché credo che in questi racconti, che costituiscono gran parte del Silmarillion, sia infuso tutto l'amore per le leggende nordiche, per la mitologia nordica e per quel gusto dell'epico e del trionfante che è insito nella natura di Tolkien. La nascita degli dei, del sole e della luna, degli elfi, le prime grandi battaglie, la mitologia della Terra di Mezzo pura. Ho volato con l'immaginazione su terre lontane e non ancora create, le ho viste nascere, ho scoperto i reconditi segreti degli astri... il potere primario della letteratura, cioè la capacità di creare mondi, questo è i Racconti Ritrovati.

Sei sono troppo pochi, veramente troppo pochi, ma spero che vi arrivi qualcosa di interessante da queste mie troppe righe.
Buona lettura e buona scoperta a tutti!

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