lunedì 13 gennaio 2014

Meraviglia delle Meraviglie

by ValeJane

Ora 23.55 circa.
Ho appena sbirciato fuori dalla finestra della mia camera, e non riesco a distinguere nemmeno un singolo albero del mio giardino. Succede, quando abiti in un paesino della Pianura Padana ... una valle di lacrime, che da ottobre a marzo è avvolta in uno strato di nebbia spessa da non riuscire a vedere ad un palmo dal proprio naso.
Ma ecco che il mio portatile mi segnala una notifica su facebook, e il silenzio poetico delle mie considerazioni viene irrimediabilmente interrotto da un "didu" alquanto fastidioso.
Un mio caro amico, Federico, compagno di ruolate e di risate con la mia compagnia, ha postato una delle citazioni più veritiere e più illuminanti di questo mondo.

Ed ecco che iniziano quei momenti di pura perfezione, in cui pensi che ogni tanto, il destino, sia capace di scoccare una scintilla in questa vita noiosa. Un piccolo regalo prima di andare a dormire.
 "Le migliori opere di fantasia sono scritte nella lingua dei sogni. Sono vive proprio come sono vivi i sogni, più reali della realtà… almeno per un momento… quel lungo magico momento prima del risveglio.
Il fantastico è d’argento e di scarlatto, d’indaco e d’azzurro, d’ossidiana venata d’oro e di lapislazzuli. Il reale è legno e plastica, fatta di marrone fango e triste verde oliva. Il fantastico sa di peperoncino e miele, cannella e chiodi di garofano, rare carni rosse e vini dolci come l’estate. 
Il reale è fagioli e tofu, con cenere sul fondo. Il reale è un centro commerciale di Burbank, le ciminiere di Cleveland, un parcheggio a Newark. Il fantastico sono le torri di Minas Tirith, le antiche pietre di Gormenghast, le sale di Camelot. Il fantastico vola sulle ali di Icaro, il reale sulle Southwest Airlines. Perché i nostri sogni diventano tanto più piccoli quando finalmente si realizzano?
Noi leggiamo le opera di fantasia per ritrovare i colori, credo. Per assaggiare forti spezie e sentire le canzoni cantate dalle sirene. C’è qualcosa di antico e vero nel fantastico che parla direttamente a qualcosa insito in noi, al bambino che sognava che un giorno avrebbe cacciato di notte nelle foreste, avrebbe festeggiato sotto di cave colline e trovato un amore che sarebbe durato per sempre, in qualche lugo tra il sud di Oz e il nord di Shangri-La.
Possono tenersi il loro paradiso. Quando morirò, vorrei andare nella Terra di Mezzo."
"On Fantasy", di George R. R. Martin 


Ho voluto condividere questo momento di eterna bellezza con voi.

Ed è subito tenebra, ed è subito sogno.

Buona notte amici miei.

ValeJane




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