sabato 18 gennaio 2014

Top Six: I libri di Marnie


by Marnie

Forse non i libri più belli, ma sicuramente per me i più significativi

1. Agatha Chistie - Dieci piccoli Indiani 


Nessun libro è per me importante come questo. La lettura che quasi certamente mi ha reso l'anglofila che sono ora. Una lenta e dolorosa spedizione punitiva. Dieci persone da diverse estrazioni sociali vengono attirate a Nigger Island da un misterioso ospite. Una Nancy Owen

inizia a ucciderli uno a uno, molto lentamente. Non hanno possibilità di tornare in Inghilterra per vari motivi e sono bloccati lì, a guardarsi le spalle gli uni dagli altri. Penso che sia con "Trappola per topi" , il primo Human Trap Book della storia. 


Come ogni libro della scrittrice britannica, la scrittura è estremamente semplice e dinamica. Ricordo che riuscì ad indovinare abbastanza velocemente l'assassino, ma non importava, la cornice era assai più interessante. Il piano che alcuni degli ospiti progettano per proteggersi a vicenda, è in assoluto la parte più triste di questo giochetto mortale e si percepisce fin dall'inizio che non andrà a buon fine. I condannati a morte non ispirano simpatia o almeno a me non ne hanno mai ispirata. Non si riesce a tifare per loro.
Il capolavoro supremo di Agatha Christie.



2. Jane Austen - Persuasione


Il libro che ha rafforzato ancor di più la mia anglofilia. La mia tardiva scoperta di Jane Austen è stata una delle più piacevoli sorprese. Per me Jane Austen vive ancora in un mondo parallelo, né lei, né i suoi libri sono morti o finiti nel dimenticatoio, né lo saranno mai. Essendo una Austeniana atipica, considero questo libro più bello di "Orgoglio e Pregiudizio", che il a mio avviso, viene erroneamente considerato il libro identificativo della Austen. Il mio giudizio su quest'ultimo si intona con il sentore generale. E' un capolavoro, ma non c'è solo quello dietro a JA. 

Da molti considerato la sua "eccezione". Il libro meno simile agli altri, un traguardo di maternità e forse di rimpianto. La storia si basa su Anne Elliot, che la Austen riteneva un personaggio "venuto fin troppo bene". Eroina atipica perchè altolocata (altra eccezione insieme a Emma Woodhouse) e non più nel fiore degli anni. Vive nel rimpianto di aver respinto l'unico uomo (ai tempi povero), che avrebbe mai potuto amare che l'unico che la amava. Quando torna ricco e più bello di prima, si accorge di non essere la sola col cuore spezzato. Una delle cose che amo di più in questo romanzo, oltre alla storia sono le persistenti rivendicazioni femminili che Jane Austen mette nero su bianco, una su tutte quella della "penna che è sempre stata nelle mani degli uomini". 

3. Jasper Fforde - Il Caso Jane Eyre

Scoperto per caso vagando in libreria attirata dal titolo e ho trovato un tesoro. Una saga intelligente, intrigante e scritta magistralmente. Ambientata in un 1985 diverso, dove ogni aspetto della vita (dalla sparizione dei libri ai vampiri) è gestito da varie sezioni delle "Operazioni Speciali" e dove una Detective Letteraria di Swindon (sì, i libri sono considerati dei beni preziosi che rischiano di essere tramutati in dei falsi) Tuesday Next deve affrontare il fatto che un potente criminale sia riuscito a rapire Jane Eyre dal suo romanzo, tramite una macchina inventata dallo zio Next, Mycroft. 


Oltre a possedere un saldo protagonista femminile, man mano che si procede con gli altri libri della saga (Persi in un buon libro, Il Pozzo delle Trame Perdute e C'è del Marcio, tutti editi da Marcos Y Marcos) si rimane scioccati da quante idee innovative Jasper Fforde (che riuscì a far pubblicare il primo libro dopo settantasei rifiuti) è riuscito a rappresentare. 


4. George R.R Martin - Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco

Sono una profana del fantasy. Sono una brutta persona perché amo visceralmente questi libri che tanto devono a J R.R Tolkien, mentre non apprezzo neanche un pò quest'ultimo.
Ne ho parlato così tante volte che a volte temo che i muri di casa mia si rivolteranno contro di me strozzandomi e mettendomi a tacere una volta per tutte. 

La storia delle Cronache può durare un'ora o tre giorni, a seconda di come la si voglia raccontare. Tanti, tantissimi personaggi si muovono sul mosaico dei Sette Regni. Un romanzo quasi "corale". Ogni capitolo è infatti narrato dal punto di vista di un personaggio, per me il punto di forza della struttura narrativa. Un mondo crudo e pieno di violenza, che non lesina in particolari sia per descrivere il più marginale dei personaggi, che per descrivere incontri amorosi. Un fantasy che non è un fantasy, ma una lotta di potere.
5. Audrey Niffenegger - La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo


Un uomo con un potere straordinario riesce a viaggiare nel tempo. Una maledizione, un demone da sconfiggere, una condanna. La cosa più sbagliata sarebbe definirlo "una storia d'amore", perché non si riduce solo a questo. E' una storia sulla sopravvivenza, sulla ricerca della normalità. 
Henry viaggia nel tempo e la vita che si sta costruendo con la sua compagna Claire viene a più riprese messa a dura prova dal fatto che lui semplicemente, a volte,  sparisce. Scompare davanti ai suoi occhi per poi ripresentarsi a distanza di giorni, settimane o a volte mesi. La storia è un flashback continuo e ammetto che a volte i passaggi temporali sono difficili da seguire, ma ne esce un gran bel libro, di quelli che ti emozionano. Non troppo melenso o prevedibile. Si piange, si piange tanto.

Premetto che al numero sei potrebbero andarci contemporaneamente cinque o sei libri, ma oggi ho scelto questo. 

6. Harper Lee - Il Buio oltre la Siepe

Il razzismo visto dagli occhi di, Scout, forse la protagonista assoluta di questo romanzo. Quando Tom Robinson, un ragazzo di colore,  viene accusato (ingiustamente) di aver molestato una ragazza bianca, il mondo conosciuto trema sotto i piedi dei protagonisti. 
Scout e suo fratello Jem assistono alla disperata difesa che il loro padre, lo stimato avvocato Atticus Finch assume per denunciare una condanna ingiusta e per la prima volta i ragazzini si scontreranno con il concetto di "Bene e Male" insito in ogni individuo. La traduzione italiana del libro, "I buio oltre la siepe" si riferisce a ciò che è sconosciuto pur essendo vicino a noi, e di come non si riescano a conoscere gli animi persone neanche dopo tanto tempo



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