giovedì 16 gennaio 2014

Downton Abbey - Come andare alla deriva



by Marnie


Non sono mai stata una grandissima fan di Downton Abbey, ma la prima stagione l'avevo trovata assai piacevole. Era bello tuffarsi in un mondo antico, metodico e bidimensionale. Un piano di sopra e un piano di sotto. A tenerli saldi un pavimento di rispetto e lealtà. 
Ma andiamo per gradi. All'inizio DA non si discostava da altre serie che avevo visto se non per la suggestiva ambientazione (e lo so che vi roderà, ma io ci sono stata e lo devo far sapere al mondo). Erano storie semplici. Lord Britannico con madre che oserei definire Spettacolare (in tutti i sensi), sposa americana (che spettacolare proprio non è) e genera tre figlie, diversissime l' una con l'altra. Mary (che era il mio personaggio preferito), una donna scostante, poco simpatica e classista. Edith, una perdente nata, che si fa trascinare dall'amore (spesso presunto) dei suoi pretendenti, esaltando l'affermazione:"Meglio che finire da soli". Sybil, la progressista, ma sempre troppo perfetta e pulita nelle sue idea per destare il mio interesse. A disturbare il loro mondo ovattato e perfetto arriva Matthew, l'erede scomodo con una madre che vive "già avanti". Un personaggio che mi ha sempre trasmesso ben poco (forse mi incantavo a guardare il suo doppio mento ipnotico?)
Al piano di sotto, il maggiordomo Carson, che rappresenta la più alta espressione di Britannicità (anche a livello facciale). La sua versione femminile, Mrs Hughes, chiaramente ispirata alla divina Emma Thompson in "Quel che resta del giorno", conserva in pieno i tratti di zitellaggine e stakanovismo del suo ruolo .Oltre alla love story camerieristica tra Bates e Anna (un pg piacevole, in fondo), ci sono i cattivi (ci devono pur essere no?). La rancida cameriera di Lady Grantham e l'ambizioso cameriere Thomas. Cento ne pensano, mezza ne fanno giusta. Come contorno della prima stagione troviamo: la cuoca pedante Mrs Patmore, la sua allieva Daisy a cui però non si riesce a non voler bene, la cameriera Gwen in cerca di una vita migliore e l'autista innamorato e idealista, Branson.
Fin qui, tutto bene. Tutto può succedere, ma con 'avanzare delle stagioni, la trama inizia a diventare inquietante. Persone che muoiono (influenza spagnola ed eclampsia le morti più gettonate), gente che finisce in carcere ingiustamente,(ma poi chi lo sa!),  matrimoni interrotti e personaggi principali uccisi senza pietà, come se George R.R Martin avesse riguardato lo script prima che iniziassero a girare, ma a pensarci bene neanche questo,  visto che almeno Zio Georgie uccide con intelligenza.
E la cosa è andata tremendamente avanti e altri fatti incredibili si sono susseguiti. E sono arrivati i premi. Tantissimi premi, soprattutto dal pubblico americano che, diciamoci la verità, è un pubblico nuovo a questo tipo di serie (ringraziamo BBC America).
Non ho mai pensato che Julian Fellowes (per chi non lo sapesse è l'ideatore e sceneggiatore di DA) fosse chissà chi e si è dimostrato un grezzo esecutori dei desideri di una fetta considerevole del suo pubblico: gli americani. Gosford Park (l'opera che gli ha regalato l'Oscar alla sceneggiatura), è ben fatto e glielo devo riconoscere, ma rimane a mio avviso troppo nostalgico, troppo cupo. L'umorismo British deve essere divertente nella sua aurea "black". 
Ora, dopo questo interessante (?) simposio farcito con parole inventate, ci tengo ad elencare le cose che salverei dello show.

1. Maggie Smith








Maggie Smith è pura adorazione. Non servono parole per definire le sue piacevolissime frecciatine. 

2. Hugh Bonneville


Un uomo incompreso, che però si dimostra un personaggio abbastanza lineare, se non fosse per una certa tresca con una cameriera a cui nessuno crede. Si vede chiaramente che neanche Hugh ci crede.


 3. Gwen Dawson 


Nonostante la mia adorazione per Rose Leslie, credo che il suo sia l'unico personaggio della serie ad avere una vita normale. Ha lasciato lo show prima che riuscissero a incasinare anche il suo pg.


4. Highclere Castle


Splendido castello situato in un mondo quasi ovattato. Una gioia per gli occhi e un mondo in cui perdersi. 


1 commento:

  1. Fiera di vedere, my dear, che salvi l'uomo a cui devo la mia fedeltà: Hugh Bonneville (detto ChocoBonnie o Bonnie).

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