mercoledì 12 febbraio 2014

Anna Karenina: quando anch'io avrei voluto buttarmi sotto un treno

    

    

By SisterOfDemons

Prima di dire ciò che penso su questa trasposizione di Anna Karenina (s'è capito dall'immagine che è la versione 2012 di Joe Wright), ho necessariamente bisogno di fare alcune premesse:
1)Gli scrittori russi li trovo un po' indigesti, perciò confesso di non aver letto Anna Karenina (ce l'ho pronta nel Kindle, ma mi sto ancora riprendendo da Guerra e Pace, per cui non penso che prenderò questo libro in mano tanto presto). 
2)Non sono un'esperta critica cinematografica, non capisco nulla di nulla nel senso tecnico della faccenda. Ciò che riporto sono le mie opinioni, legate esclusivamente al mio gusto personale.
3)Mi sento anche un po' scema, perché il film ha generalmente ricevuto critiche positive mentre a me ha fatto schifo dal più profondo del cuore (tranne alcuni elementi che comunque ho apprezzato), quindi forse sono io che non l'ho capito.
Ho deciso di guardare questo film dopo aver visto la pedestre fiction di Rai 1 (quella con la Puccini e con Santiago Cabrera, per intenderci) che comunque mi era piaciucchiata e che, sebbene presentasse tutti i difetti delle fiction di casa nostra, alla fine era riuscita a conservare una certa dignità.
Diamo a Cesare quel che è di Cesare e diciamo subito che il film è decisamente su un altro livello su praticamente tutti i fronti, primo su tutti quello della recitazione (per dire, pure la Knightley, che non sopporto, si è comportata bene e non mi è dispiaciuta). Il cast era di ottimo livello (almeno sulla carta). Jude Law è sempre Jude Law, anche Bill Weasley (pardon, Domhnall Gleeson - non so dove va posizionata l' "h" del nome e non mi va di controllare, abbiate pietà) fa il suo dovere, Matthew Macfadyen è uno dei miei orsacchiottoni preferiti, quindi figuriamoci se dico parole cattive su di lui. Quella che interpretava Kitty nemmeno mi ricordo come si chiama, perciò secondo i miei parametri questa cosa dimostra una certa insulsaggine attoriale. La vera nota dolente è per me rappresentata dal gerontofilo Aaron Taylor-Jonson, o come lo chiamo io "Quello sposato con la vecchia" (blablabla l'amore non ha età, in fondo hanno solo ventitré anni di differenza eccetera eccetera. Ok, io non sono open minded e certe cose mi fanno storcere il naso, sono colpevole. Direi la stessa cosa a ruoli invertiti, i signori che si fanno le fidanzate con la metà dei loro anni mi fanno ugualmente storcere il naso, ma non divaghiamo). Il poverino secondo me ha avuto per tutto il tempo un'aria poco convinta, gli leggevo negli occhi un certo terrore, una sorta di "Oddio adesso cosa devo fare, qualcuno mi dica cosa devo fare!". Boh, ripeto, non avendo letto il libro non so dire, magari il personaggio andava caratterizzato esattamente così, non so.
Musiche di Dario Marianelli, per cui niente da dire, costumi che mi sono piaciuti assai ( c'è scappato anche un Oscar, se non ricordo male), per cui niente da dire.
Quello su cui ho un sacco da dire è invece l'impostazione teatrale che perseguita il povero spettatore per tutto il film (con povero spettatore intendo me). Questa scelta mi ha dato estremamente fastidio a livello mentale, non riuscivo a seguire bene quel che succedeva (forse sono tarda io), e dire che la storia la conoscono tutti, anche quelli che, come me, escono raramente di casa. Gli ambienti mi sono sembrati troppo soffocanti e chiusi, mi facevano venire male al cervello. Ho capito solo che se sei alla stazione basta salire quattro gradini per ritrovarti in una sala da ballo. 
Leggendo in giro ho invece notato che ai più quel che è piaciuto e stata proprio questa originale scelta di conferire al film un aspetto da spettacolo teatrale. Ecco, ci mancavano solo gli omini che passavano la scopa sul palco affinché is allestisse la scena successiva. 
Alla fine di tutto l'ambaradan ero talmente stremata che ho favorevolmente accolto il suicidio di Anna, avrei tanto voluto buttarmi sotto il treno anch'io. 
Già Anna è una rompipalle patentata che avrei voluto prendere a sberle a quattro a quattro finché non fossero diventate dispari, tutti quegli scenari cangianti, rotanti, allucinanti e allucinati sono stati per me il proverbiale chiodo sulla bara.
Apprezzo il teatro e apprezzo il cinema, ma ho capito con questo film che non li apprezzo contemporaneamente. Questo intreccio di ambientazioni e stili, che voleva essere una scelta innovativa e fresca, mi è sembrato decisamente inadeguato alla situazione, nel senso che con un altro film avrebbe anche potuto essere una buona opzione, ma qui, sempre secondo me, ha inutilmente appesantito un soggetto che già di suo non era tra i più allegri e spensierati da guardare.
Guardare questa Anna Karenina qui è stata una faticaccia estenuante, avrei apprezzato sicuramente di più una versione più "classica". Non posso proprio fare a meno di pensare che senza quello sfondamento della parete (ok, non so cosa sto dicendo ma morivo dalla voglia di scriverlo. Ecco vedete, pure solo ripensare a questo film mi confonde) il film sarebbe certo stato sicuramente meno innovativo e fresco e attira-giovani-hipster, ma decisamente più godibile. 

   
    


Oh, quasi quasi vado a riguardarmi la versione pedestre, ingenua e innocentemente bruttarella di Rai 1, almeno c'è  qualcosa di bello da contemplare senza essere distratti dalla scenografia (e no, non sto parlando di Vittoria Puccini, no, anche se poi alla fine Santiago lo preferisco in versione Aramis, sia ben chiaro. Così tutto sbarbato non è che mi dica molt,, ma è pur sempre visivamente più credibile di Aaron "Gerontofilo" Johnson...).





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