giovedì 22 maggio 2014

Per la serie "non capisco se mi piace": L'oceano in fondo al sentiero


La mia copia del libro, con tanto di schifosa copertina italiana (BRUTTA!)

By SisterOfDemons
Odio quella sensazione di incertezza in cui mi lasciano alcune letture. Ci sono libri che amo in modo viscerale, libri che odio con tutta me stessa e libri di cui non so cosa pensare.
L'oceano in fondo al sentiero è purtroppo uno di quelli che rientrano nella terza categoria, ma con un plot twist finale: a volte mi convinco che mi è piaciuto, altre volte penso che mi abbia delusa.
Mentre lo leggevo ho avuto la sensazione che mi stesse piacendo moltissimo, ma appena giunta all'ultima pagina, ecco che mi è sorto il dubbio. 
La prima nota di demerito è servita su un piatto d'argento grazie all'orrenda copertina della versione italiana. Mentre la traduzione del titolo è stranamente fedele all'originale (The Ocean at the End of The Lane), la copertina è una pallida imitazione della versione in inglese (che tra l'altro non è una meraviglia, ma almeno non è così brutta). Per fortuna io quando si tratta di libri non credo che l'abito faccia il monaco, altrimenti questa vergogna non l'avrei fatta entrare in casa mia.
Va bene, mi sono detta, è stata una lettura affascinante, con elementi interessanti, una leggera e piacevole confusione tra piano onirico e realtà. E quindi? Tutto questo per dire che...?
Ho avuto, col senno di poi, la netta sensazione che mancassero pezzi alla storia. Il finale non è un finale, il protagonista è decisamente molto più piacevole e interessante quando è un bambino, perché quando cresce perde tutte le buone qualità dell'infanzia: immaginazione, timore reverenziale e attrazione per l'inspiegabile. 
Gran parte della vicenda si svolge quando il protagonista ha sette anni, quindi ho trovato interessante leggere descrizioni di eventi da "adulti" visti con gli occhi di un bambino, che nella sua ingenuità non riesce a comprenderli e pertanto non fa caso ad atteggiamenti che sono in realtà alquanto compromettenti per la pace della sua famiglia. 
Le donne della famiglia Hempstock, da tutti tanto decantate, non mi sono sembrate un granché, in tutta onestà. 
Nella mia personale opinione, Gaiman ha tentato di contrapporre queste tre donne, che cerca in tutti i modi di propinarci per tenaci, meravigliose e incredibilmente sagge (mi spiace Neil, a me son sembrate tre grandi presuntuose) alle altre tre figure femminili presenti nel romanzo, ovvero la madre e la sorella del protagonista e la signorina Ursula Monkton, una specie di Mary Poppins malvagia.
Indubbiamente nel confronto tra le sei, quelle che risultano vittoriose sono le Hempstock, ma ciò non accade grazie a un percorso preciso che spinge ad amarle, ma solo perchè fin dall'inizio sono presentate in luce positiva. Il lettore le vede con gli occhi del bambino protagonista, che ovviamente le ammira moltissimo. Sono figure intriganti a cui è dedicato un approfondimento davvero infimo, un background traballante e una caratterizzazione praticamente non pervenuta.
Figura del tutto inutile è quella del padre del protagonista, uomo medio che sotto il giogo di Ursula smette di pensare con la testa e comincia a farlo con si può immaginare bene cosa. Il bambino non mostra in realtà segni di particolare affetto nei confronti dei suoi parenti, ma li tollera perché così è giusto.
La cosa brutta, che mi infastidisce molto in quanto io adoro Neil Gaiman, è che non si capisce bene se avesse in mente un progetto grandioso che non è riuscito a sviluppare in tutta la sua magnificenza, strizzando il tutto in meno di duecento pagine o se al contrario avesse mezza idea più o meno buona che ha faticosamente spalmato su quasi duecento pagine. Seriamente, non capisco.
Gaiman riesce a fare cose meravigliose, ha idee geniali che però molto spesso non riesce a comunicarmi. Capisco che c'era una buonissima idea dietro questo libro, solo che poi la resa non è stata delle migliori. Non è la prima volta che mi capita una cosa del genere con Gaiman, ho un rapporto altalenante con le sue opere. American Gods e Nessun dove rimangono per me i suoi scritti migliori (in particolar modo il primo, che è anche stato il mio battesimo del fuoco con Gaiman e che perciò mi è rimasto nel cuore). Stardust è un altro di quelli che è stato piacevole leggere, ma che mi sarebbe piaciuto veder sviluppato in qualcosa di più ampio: tante buonissime idee che tutte insieme hanno troppo poco respiro, ma che organizzate diversamente, in più di un libro soltanto, avrebbero potuto fare il grande salto: da buone idee a idee grandiose.
Eccomi quindi totalmente incapace di dire se L'oceano in fondo al sentiero mi sia piaciuto o no.
È un buon libro, lo stile di Gaiman è inconfondibile, le basi ci sono, la partenza sembra promettente, il protagonista è un bimbetto simpatico e sveglio...tuttavia c'è troppo potenziale non sfruttato. La storia sembra intrappolata, pare che parta bene, solo che poi non arriva da nessuna parte. È fine a se stessa, la trama è deboluccia in più di qualche punto. Quella che probabilmente nelle intenzioni era la storia di un adulto disilluso che cerca di ritrovare se stesso grazie ai ricordi e ai luoghi della sua infanzia è alla fine un raccontino piacevole, privo però di quel quid che mi aspettavo di trovare in un libro di uno dei miei scrittori preferiti.

1 commento:

  1. Ciao!
    Io ho appena finito di leggere il suo libro e concordo pienamente con te!
    Anche io ho trovato le Hempstock molto presuntuose e appunto a volte mi sono chiesta se fossi solo io a non pensare come il resto del mondo, in quanto non riuscivo a capire dove "quelle" fossero così meravigliose e amabili! Ok sicuramente erano un rifugio dalla furiosa Zecca, ma solo questo.
    Aldilà di ciò però, non mi è granché chiaro il finale. Ignorando pure che forse sia un po' moscio, l' ho trovato confusionario. Mi spiego meglio: nella penultima pagina, se non sbaglio, il protagonista sembra finalmente avere tutto chiaro e conclude che la mrs. Hempstock vecchia e quella giovane, in realtà sono la stessa persona. Bene! Nella sua ritrovata chiarezza, io mi son trovata distrutte tutte le mie!
    Ma come è possibile che siano la stessa persona?! Io temo di essermi lasciata fuggire qualche dettaglio essenziale, quindi dimmi tu invece come hai interpretato questa rivelazione ! T.T
    ps lo so che il nocciolo della questione non gira intorno a questo, ma a ben altro, però io devo comprendere questa fine sconcertante, altrimenti tutto il gradimento provato leggendo le pagine della sua infanzia, bhé si annullerà e ciò mi rammaricherebbe non poco.

    Aspetto tue delucidazioni
    ps credo che seguirò il tuo blog, questo articolo mi ha fatto una gran bella impressione.

    Baci,
    CRISTINA

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