martedì 8 aprile 2014

Top six: le sei morti letterarie che mi hanno fatto venir voglia di lanciare i libri dalla finestra


By SisterOfDemons
Sebbene le mie sorelle sostengano che io non abbia un cuore, o comunque che io lo usi poco, o lo tenga in congelatore per non sciuparlo troppo, alcuni avvenimenti ne confermano l'esistenza.
No, non piango quando muore la madre di Bambi o quando il lieto fine non viene contemplato, non piango se i miei personaggi preferiti muoiono, no.
La fine che avrei fatto fare ad alcuni miei libri
Queste cose non mi stringono il cuore, mi salgono direttamente al cervello e va a finire che mi incazzo come una bestia e devo esercitare un notevole autocontrollo per evitare di buttare il libro dalla finestra, nel fuoco, o peggio, nel cesso (o fare in mille pezzi il DVD o cancellare permanentemente il file, ma questa evenienza risulta più rara in quanto di solito leggo prima il libro, se ce n'è uno).
Nel corso degli anni mi sono imbattuta in talmente tanti massacri che è stato molto difficile stilare una classifica delle sei morti che mi hanno sconvolta di più (ma non necessariamente mi hanno resa più triste. Alcune le ho trovate addirittura liberatorie), resta fermo il fatto che fosse stato per me avrei creato una classifica con almeno seimila posizioni.
Se proprio volessimo spaccare il capello in quattro, diremmo che questa non è una classifica vera e propria, in quanto i personaggi appaiono nell'ordine in cui mi sono venuti in mente. Siccome non tutti sono conosciutissimi ho messo anche il libro in cui sono passati a miglior vita. Non ho incluso le morti "celebri" dei classici. Per dire, lo sa anche il muschio sotto le pietre che Werther si spara, Anna Karenina si butta sotto un treno e Giulio Cesare muore accoltellato.
  
1)Sirius Black (J.K. Rowling - Harry Potter e L'Ordine della Fenice)
Sirius Black  quando ancora era al sicuro ad Azkaban
Non posso certamente dire che questa morte fosse inaspettata, ma io ero in terza media e la cosa più tragica che avessi mai letto era stata la morte di Beth di Piccole Donne (e diciamolo francamente, tra le sorelle era quella più inutile). Era ovvio che dato l'andazzo della serie, sicuramen te qualcuno di "importante" ci sarebbe rimasto secco. Purtroppo è toccato a Sirius (a proposito, il mio cane immaginario si chiama Sirius. Si, ho un cane immaginario). Potrebbe essere semplicemente perché Harry Potter porta più sfiga di Don Matteo, oppure perché quel libro è talmente pieno di sottotrame noiose e abbastanza inutili che alla fine qualcosa di grosso doveva pur farcele dimenticare. Non ci prendiamo in giro, tutti i lettori ci sono rimasti male. Tra l'altro la morte di Sirius fu uno dei primi spoiler succulenti in cui mi sono imbattuta navigando su internet con il computer della scuola, durante un'ora in cui si supponeva avremmo dovuto fare Informatica. E poi, cazzarola, quel personaggio aveva tanto di quel potenziale rimasto inutilizzato che ancora la sua dipartita mi fa friggere il cervello.

2)Egwene al'Vere (Robert Jordan/Brandon Sanderson - Memoria di Luce)
Egwene è la Daenerys della situazione (o meglio, sarebbe il caso di dire che Daenerys è l'Egwene della situazione, in quanto La Ruota del Tempo è precedente ad ASOIAF, ma delle idee che Martin ha spudoratamente rubato a Robert Jordan parlerò in un'altra occasione). Personalmente l'ho odiata dal primo momento in cui è entrata in scena in veste di fidanzata del protagonista (grazie al cielo poi si è tolta dalle palle e le loro storyline sono rimaste piuttosto distanti). Egwene è la classica eroina della situazione: bella, simpatica, buona, benvoluta...in poche parole è di una noia apocalittica. Ero ormai rassegnata, mi ripetevo che siccome faceva parte dei "buoni" non ce ne saremmo mai liberati. Immaginatevi la mia sorpresa quando la signorina, dopo aver fatto fuoco e famme, smosso mari e monti e sposato il fratello di uno dei miei personaggi preferiti, finalmente muore ammazzata nelle battute finali dell'ultimo libro della saga (si, ok, si sacrifica per il bene dell'umanità, ma sono dettagli...). Seriamente, sto ancora festeggiando.

3)Elend Venture (Brandon Sanderson - Il Campione delle Ere)
Signore pietà. La morte di Elend è un fatto che ancora mi turba. Non so come ho fatto a non fare coriandoli del libro in cui succede il fattaccio (forse il fatto che le edizioni Fanucci costano un occhio della testa).
Elend era il mio preferito in assoluto. Io lo amavo di un amore vero, non so se mi spiego. Lui era un tipo che quando andava alle feste si portava dietro libri da leggere perchè danzare e stare in pubblico gli faceva schifo. Dopo avermi spezzato il cuore (è solo un modo di dire) in mille pezzettini mettendosi con la tipa che io detestavo a morte (una psicopatica imparanoiata che sente le voci), lo stronzetto ha avuto il coraggio di farsi staccare la testa quando ormai aveva la vittoria in pugno. Ovviamente l'autore doveva renderlo adorabile e farlo piacere a tutti per poi avere la sadica soddisfazione di farlo fuori e ridere alle nostre spalle. Io credevo che Martin fosse un maestro nel succhiare la felicità come un Dissennatore, ma c'è qualche altro suo illustre collega che nemmeno scherza.

4)Jake Chambers (Stephen King - L'Ultimo Cavaliere e La Torre Nera)
Eh, ragazzi miei, quello di Jake Chambers è un record. Muore due volte nel corso della stessa saga e tutte e due le volte è devastante. Non aiuta nemmeno il fatto che Jake sia poco più che un bambino e che Stephen King sia un maestro nel descrivere l'infanzia e la prima adolescenza (certe volte con gli adulti se la cava meno, ma è sublime con i ragazzini). La prima morte di Jake in realtà è per me la più toccante, perché arriva completamente inaspettata. Non sto qui a descrivere il complicatissimo universo in cui si ambienta la saga della Torre Nera perchè non saprei da dove cominciare, è un casino, finirei per confondermi le idee da sola. La seconda volta che J.C. muore invece è quasi scontato che lo faccia, visto che è il destino di tutti quelli che incrociano il cammino di Roland di Gilead. La cosa che più centrifuga il cervello dl lettore è che in una sorta di epilogo della vicenda, troviamo Jake ancora vivo e felice. Su questa cosa sono ancora confusa. No, ma la verità è che sto ancora pregando in ginocchio affinché qualcuno si decida a produrre una cazzo di versione cinematografica di questi libri.

5)Ilkar (James Barclay - Elfsorrow)
Bon, probabilmente in Italia questa saga la conosciamo io e la signora della libreria Giunti al Punto che me la vende. Stop. 
Per quel che mi concerne è una storia ampiamente sottovalutata, ma non ci si può aspettare nulla nel marasma di lerciume in cui ultimamente è sprofondata la letteratura fantasy (ce l'ho con i vampiri luccicanti del cazzo, con i romanzetti distopici con pretese educative, fate e fatuncole varie, angeli caduti del menga, zombie e licantropi. Ogni riferimento, tra gli altri, a Twilight e Hunger Games è puramente intenzionale).
tornando a noi, Ilkar è un elfo un po' balengo che fa parte di un gruppo di mercenari che si fanno chiamare "La Compagnia del Corvo". Per dire, Ilkar è uno dei pochi fortunati membri della compagnia, tanto che riesce a sopravvivere dopo il primo libro. Nelle prime pagine uno dopo l'altro cadono tre quarti dei membri del Corvo e quelli che rimangono sono i più rincoglioniti e codardi. In un modo o nell'altro se la cavano, sopravvivono a infanticidi di vario genere e massacri più o meno estesi, fino a quando il lettore tristemente capisce che prima o poi schiatterà un altro dei protagonisti. Quella di Ilkar non è una morte che stupisce, ma infastidisce.

6)Robb Stark (George R.R. Martin - I fiumi della guerra, ossia uno dei tanti libri in cui questa versione di ASOIAF era divisa, per il gusto della Mondadori di succhiare quanti più soldi possibile dalle nostre tasche)
Robb Stark pianifica la sua morte
Questa morte l'ho volutamente lasciata per ultima. Ancora mi provoca crisi isteriche e scatti d'ira, e dire che ormai l'ho letta ben otto anni fa. Dato il mio approccio non convenzionale ad ASOIAF, per una serie di ragioni (ignoravo che fosse una saga), mi sono ritrovata a leggere il libro con le Nozze Rosse dentro. Atroce sofferenza e tormento già provati in prima lettura, che si sono recentemente risvegliati dopo la visione della correlata puntata di Game Of Thrones. Robb Stark era la speranza per il futuro, era la luce in fondo al tunnel (quando ancora credevo che in fondo al tunnel di Martin ci potesse essere una luce), il baluardo di nobiltà e onore in un mondo schifoso. 
Pensandoci ora la mia ingenuità mi intenerisce. Non avevo ancora la percezione delle sfumature di crudeltà che lo zio George spesso e volentieri raggiunge. Robb non era un POV nei libri, ma non per questo lo sia amava di meno. Con quella madre odiosa e asfissiante, il padre morto, le sorelle disperse e i fratelli creduti morti, Robb sembrava ragionevolmente uno di quei personaggi che l'autore non avrebbe ulteriormente torturato.  
Nei miei momenti di maggiore sconforto GoT-Related, spero ancora che Robb salti fuori urlando "Stronzi, c'avevate creduto!".
Beata ingenuità!






1 commento:

  1. Io adoro Egwene (e la sua storia con Gawyn)e sinceramente elayne è parecchio antipatica! Egwene era un'incanaltrice potentissima,forte in tutti e 5 i poteri,(ha riscoperto il cuendillar!)oltre che un'Amyrlin Seat bravissima,riunitrice della Torre e della Ajah,era un'Amyrlin sobria,intelligente,potente e decisa se serviva,la migliore amica di Elayne.Inoltre non so cosa ci trovino tutti in Elayne e Rand,la classica coppia bionica,Regina lei,eroe lui,per non parlare di Aviendha,che poteva anche non esistere.parlando della morte Secondo me tutti i ragazzi di Emond's field meritavano il lieto fine.Ma chissà magari Egwene e Gawyn sono rinati e si sono fidanzati in attesa di sposarsi,con Egwene che aspetta la sua Joiya...in ogni caso Egwene al'vere resterà nella storia di Randland finché la ruota gira

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