domenica 16 marzo 2014

Morte a Pemberley: in verità vi dico che non fa così schifo!


Copertina italiana del romanzo, edito da Mondadori

 By SisterOfDemons
Dopo aver sentito peste e corna di Morte a Pemberley, complice anche la serie TV in tre parti targata BBC che invece è molto carina, mi sono armata di libro, pazienza e cattive intenzioni, pronta a stroncare questo "ennesimo oltraggio" alla memoria di Jane Austen, sempre sia lodata.
Quello che invece ho trovato è stato un romanzo scorrevole, certamente non brillante per originalità e lontano duemila anni luce dall'opera da cui prende spunto, ma comunque piacevole da leggere (ci ho messo un paio d'orette).
Non sto qui a raccontare la trama, basti sapere che Morte a Pemberley si prefigge di essere un sequel di Orgoglio e Pregiudizio, pertanto ritroviamo i medesimi protagonisti, con l'aggiunta di qualche personaggio originale che, devo ammettere, P. D. James è riuscita perfettamente a "incastrare" nella vicenda. La storia si svolge sei anni dopo il matrimonio di Elizabeth e Darcy, che ritroviamo con prole al seguito, immersi in una vita coniugale felice e paciosa, ma sempre con lo spettro di una qualche "questione irrisolta" tra i signori Darcy e i coniugi Wickham. Dopo un capitolo iniziale in cui si fa il punto sulla situazione matrimoniale delle sorelle Bennet, si passa subito all'azione, con un evento tragico che arriva a Pemberley a sconvolgere i piani dei padroni di casa, che poveracci, volevano solo dare un ballo.
Matthew Goode-Wickham, Darcy, Elizabeth e Jenna Coleman-Lydia
In tutta sincerità mi danno fastidio queste spiccate manifestazioni di epigonismo, determinate opere sono uniche e irripetibili e a primo impatto si potrebbe dedurre che solo un pazzo senza coscienza potrebbe avere il coraggio di cimentarsi in tale impresa, destinata già in partenza ad essere un fallimento. Orgoglio e Pregiudizio certamente vanta numerosissime trasposizioni apocrife, con varie gradazioni di demenzialità e bruttezza, ma un sequel diretto sembra quantomeno un gesto azzardato.
Sono state rilevate numerose pecche e altrettanti difetti, su tutti il fatto che i personaggi sarebbero snaturati del loro spirito originale, che per esempio Elizabeth e Darcy siano solo delle pallide copie dei loro corrispettivi austeniani e via discorrendo. In parte è certamente vero, ma se volessi addentrarmi in tale disquisizione occorrerebbero fiumi di inchiostro e almeno quindici ore di dibattito, pertanto non mi pare il caso. Quello che posso dire in difesa del romanzo è che certamente i personaggi sono differenti, credo che nessuno con un minimo di ragionevolezza si aspettasse di ritrovare la Austen nel libro della James, ma nemmeno per sogno. Personalmente sapevo benissimo a cosa andavo incontro leggendolo, ero veramente consapevole di avere tra le mani nulla più che un piacevole mezzo di divertimento.
Ho letto in giro che questo libro era un oltraggio, un insulto, una catastrofe, una piaga per l'umanità, un crimine contro la letteratura...insomma, avete capito. 
Niente di tutto ciò.
L'autrice stessa ci tiene a informare il lettore di non avere la pretesa di avvicinarsi nemmeno lontanamente alla Austen, scherzosamente le chiede anche scusa per aver inserito dettagli che la Jane avrebbe gradito sicuramente pochissimo.
Secondo la mia personalissima e di sicuro contestabile opinione, Morte a Pemberley è niente di più di uno sfizio che un'anziana e prolifica scrittrice come la James si è voluta togliere. Insomma, questo libro è un'enorme fanfiction, leggera e divertente, che fa la sua porca figura e assolve il suo onesto compito, intrattenendo il lettore annoiato. 
Eleanor Tomlinson-Georgiana e James Norton-Henry Alveston
Non sono proprio riuscita ad odiare questo libro, nonostante fossi partita veramente carica di cattiveria. Forse il succo della questione è che mi sono dedicata alla lettura con delle aspettative che rasentavano lo zero assoluto e con inciso in testa il fatto che NON stavo leggendo Jane Austen. La realtà è che è estremamente difficile deludere le aspettative quando di aspettative non se ne hanno, me ne rendo conto, quindi in questo modo ho potuto procedere in tutta tranquillità e godermi una vicenda simpatica e ho potuto apprezzare Georgiana Darcy e il suo spasimante Henry Alveston in tutta la loro estrema pucciosità. L'avvocatuccio in questione è una personcina che si fa amare, costruito a tavolino appositamente per rispondere alle esigenze di Miss Darcy e anche l'unico a cui viene dedicato un pizzico di impegno e che pertanto viene dotato di introspezione psicologica, seppur non del tutto entusiasmante.
Ma mi spingerò oltre, dicendo che non solo la James ha fatto bene il suo compitino togliendosi il suo sfizietto personale, ma che ha anche avuto l'enorme merito di limitare al minimo la molesta presenza di Lydia e di eliminare quasi del tutto Mrs Bennet, che viene nominata spesso, ma che non appare mai.
Poi è ovvio, i personaggi si mostrano in tutta la loro bidimensionalità, alcuni sono veramente l'inspidità fatta persona, come nel caso dei coniugi Bingley, che infatti molto saggiamente sono stati quasi del tutto eliminati dalla summenzionata serie BBC. Questa scarsa cura per il background si spiega chiaramente con il fatto che i protagonisti sono tutti conosciuti e che nessuno che non ha letto/visto Orgoglio e Pregiudizio si farebbe mai passare per l'anticamera del cervello l'idea di comprarsi Morte a Pemberley. In conclusione mi sento di dire che il mio pomeriggio l'ho felicemente occupato con una letturina per niente impegnativa o pretenziosa, se vogliamo anche stupidella, ma che non ha la minima presunzione di paragonarsi all'originale, essendo semplicemente un grazioso omaggio. Le tre puntate di Death comes to Pemberley della BBC sono di certo ben più strutturate e approfondite, essendo questo uno di quei rari casi in cui la trasposizione televisiva supera la sua fonte. Tutto ciò sicuramente anche grazie alla presenza di un cast di tutto rispetto, con la conferma che anche dai progetti tutto sommato poco entusiasmanti, se posti in mani capaci, può venir fuori qualcosa di buono.

Matthew Rhys-Darcy e Anna Maxwell Martin-Elizabeth


2 commenti:

  1. Kudos for you, my dear!
    Io non sono riuscita a farmi piacere la storia più meramente "gialla", ma penso che darò una seconda possibilità anche a quella! Credo ci volesse un investigatore più carismatico, rispetto al magistrato vicino di Darcy!
    La poca presenza di Lydia e Mrs Bennet però mi dispiace perchè per quanto fastidiose le ho sempre trovate spassose :D e in più, ho un debole per Mrs Bennet (visto che l'ho interpretata... con tutti i miei poveri nervi!)

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  2. ;) Ecco, in effetti Mrs Bennet è una che probabilmente è più divertente interpretare che leggere, almeno per me. Ed è vero, il magistrato è un personaggio inutile, ma anche il "caso" è deboluccio, diciamo che questo libro è solo travestito da giallo, ecco. I riflettori, se così si può dire, sono puntati più sulle relazioni dei personaggi che su altro. :D

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